Cosa significa fare “green marketing”?
Nasce infatti per rispondere all’interesse crescente dei consumatori disposti a pagare di più per un prodotto più sostenibile, come riportano diversi sondaggi:
su 6.120 consumatori in 6 paesi del mondo, il 54% considera di pagare un “green premium”, cioè un sovrapprezzo per rendere un prodotto più sostenibile.
(Simon Kucher, 2024)
Il green marketing è un’opportunità per tutte le aziende, da quelle più grandi alle PMI, perché aiuta ad aumentare le vendite e migliorare la qualità dei prodotti, senza perdere competitività.
Perché fare green marketing? (i vantaggi)
Fare bene green marketing aiuta ad attrarre nuovi clienti, investitori e talenti in azienda.
Oltre al vantaggio del “green premium”, chi fa bene green marketing attira e fidelizza nuovi clienti:
- In Italia, il 36% dei consumatori ha smesso di acquistare alcuni prodotti perché li considera poco rispettosi per l’ambiente (GFK, 2020).
- Al contempo, le persone cercano attivamente i brand con opzioni più sostenibili (McKinsey, 2023).
In più, chi valorizza il proprio impegno raggiunge un pubblico di investitori più ampio, che incuriositi dalle campagne di green marketing andranno a recuperare la documentazione più tecnica.
Gli investitori infatti:
- Integrano i criteri ESG nella valutazione su quali aziende puntare.
- Vedono più solide e lungimiranti le aziende preparate ai nuovi obblighi normativi in materia ambientale.
Secondo Blackrock (una delle più grandi società di investimento), le aziende che riducono il proprio impatto ambientale rendono più efficiente la catena di produzione e di conseguenza diminuiscono i costi di produzione. Infine, adottare strategie di green marketing può attrarre nuovi talenti, in particolare tra Millennials e GenZ, che tendono a preferire aziende in linea con i propri valori.
Esempi di aziende che fanno green marketing in Italia
Per capire meglio come fare green marketing, condividiamo 3 esempi pratici di aziende italiane con cui collaboriamo direttamente.
Esempio #1: l’azienda agrifood Boniviri e il suo olio biologico a ridotto impatto ambientale.
Boniviri Società Benefit ha creato una filiera corta, trasparente e controllata di piccoli produttori di eccellenze – come olio, vino, mandorle – che rispettano un rigoroso protocollo di sostenibilità.
Si sono rivolti a noi per valorizzare il basso impatto ambientale del loro prodotto più venduto: l’olio extravergine di oliva a coltivazione biologica. Insieme, abbiamo misurato l’impronta carbonica in ogni fase del ciclo di vita del prodotto e confrontato il suo impatto con i concorrenti per la stessa categoria, validando il loro impegno con approccio scientifico da fonte terza.
Come strategia di green marketing, Boniviri ha valorizzato l’aspetto ambientale nel packaging e nell’etichetta della bottiglia, anch’essi studiati per ridurre l’impatto. Per questo, ha vinto il “Premio Speciale Green” al Concorso di packaging e innovazione “Le forme dell’olio 2021”.
Esempio #2: HDI, la compagnia assicurativa che avvicina i dipendenti alla sostenibilità
HDI Assicurazioni era in cerca di un’iniziativa originale per sensibilizzare i propri dipendenti sui valori della sostenibilità.
Con una strategia di green marketing interno, abbiamo realizzato un percorso di formazione climatica, che in occasione dell’Earth Overshoot Day includeva un calendario della sostenibilità e consigli pratici per ridurre le emissioni sia in ufficio che a casa.
Esempio #3: il progetto “FooDprint Lunch” per ridurre l’impatto climatico in pausa pranzo
Camst Group, specializzata nella ristorazione collettiva, ci ha coinvolto per sviluppare un’iniziativa volta a ridurre l’impatto ambientale e fare formazione climatica in pausa pranzo.
Per 3 mesi, Camst Group ha inserito in menu alcuni piatti che mostravano in chiaro la propria impronta carbonica. Per ogni piatto scelto dai clienti, Camst Group ha compensato le emissioni di CO₂ con crediti di carbonio certificati Gold Standard, che hanno finanziato un progetto di stufe in Nepal per cucinare e riscaldarsi più efficacemente.
In questo modo, Camst Group ha compensato 5 tonnellate di CO₂ coinvolgendo i propri clienti e sensibilizzandoli sul cambiamento climatico, con un esempio ben riuscito di green marketing.
Se anche tu cerchi una strategia originale e su misura per la tua azienda, puoi contattarci qui.
Come fare green marketing in azienda in modo efficace e senza rischi
- Affidati agli esperti
- Investi in formazione
- Non commettere errori rischiosi
Affidati agli esperti
Imparare a fare bene green marketing non è semplice, soprattutto all’inizio.
Per questo, rivolgersi a consulenti esperti può fare la differenza tra ottenere i vantaggi sopra citati ed evitare sanzioni per il green marketing anche inconsapevolmente “fatto male”, ovvero il greenwashing.
Un consulente specializzato:
- può aiutare l’azienda ad acquisire le competenze interne necessarie, come la formazione climatica e la capacità di scrivere correttamente i green claim.
- si assicura che la comunicazione aziendale sia adeguata alla legge, che definisce in modo sempre più accurato cosa si può dire e come è corretto farlo per promuovere l’aspetto ambientale di un prodotto e al contempo proteggere i consumatori.
- portando l’esperienza di altre iniziative, aumenta le probabilità di successo della tua.
Per parlare con noi e costruire una strategia di green marketing insieme, puoi scriverci qui.
Investi in formazione
Puoi iniziare dalla tua formazione, prendendo confidenza con i concetti fondamentali. Abbiamo creato il glossario “ABC della sostenibilità” proprio per aiutarti a fare chiarezza e capire in autonomia di cosa ha più bisogno la tua azienda.
Vai all’indice del glossario.
Ma per creare una strategia davvero efficace, avrai bisogno che le competenze trasversali della sostenibilità siano diffuse in tutti i dipartimenti e su quante più persone possibili.
Per essere credibile infatti, una campagna “green” deve seguire azioni concrete competenti a dipertimenti diversi dal marketing, come ad esempio chi si occupa di produzione, logistica e analisi. Potrebbe quindi essere cruciale designare un project manager che coordini il lavoro tra i diversi team e investire sulla sua formazione.
Del resto, abbiamo già visto negli esempi pratici che anche la formazione dei dipendenti può essere una strategia di green marketing interna.
Non commettere errori rischiosi
Quando parliamo con le aziende italiane, l’errore che incontriamo più spesso è confondere i diversi tipi di comunicazione in ambito sostenibilità.
La comunicazione più tecnica e la reportistica hanno funzioni, target e requisiti normativi diversi dallo storytelling del green marketing, che a sua volta si basa su norme e modalità specifiche.
Imparare a distinguere i tipi di comunicazione è il primo passo per mettere ordine nelle strategie e muoversi con competenza.
Per conoscere gli altri errori più comuni, leggi la nostra guida dedicata:
“Comunicare la sostenibilità: best practices e 3 errori da evitare”.
Fonti citate:
- (McKinsey, 2023) “Consumers care about sustainability—and back it up with their wallets”
- (Simon Kucher, 2024) “The rise of the proactive, informed, and eco-conscious consumer.”
- (European Commission, 2023) “Proposal for a DIRECTIVE OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL on substantiation and communication of explicit environmental claims (Green Claims Directive)”
- (Blackrock, 2022) “Managing the net-zero transition”
- (GFK, 2020) “Who Cares? Who does? Sustainability Concern and Action”
- (Nielsen, 2020) “La preoccupazione per l’ambiente al 2° posto per gli italiani”