La COP29 si è tenuta nel 2024 a Baku, Azerbaijan e ha rappresentato un nuovo momento di incontri e decisioni per la diplomazia climatica globale. Nonostante alcuni progressi significativi attesi da anni però, la conferenza ha messo in luce profonde divisioni tra nazioni ricche e in via di sviluppo, suscitando dubbi sulla reale efficacia delle azioni intraprese per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi.
I principali risultati di COP29
1. Incremento dei finanziamenti climatici:
superare il precedente target di $100 miliardi annui per sostenere i Paesi in via di sviluppo.
2. Mercati globali del carbonio:
stabilire regole chiare per garantire trasparenza nello scambio di crediti di carbonio declinando il famoso Articolo 6.
3. Riduzione delle emissioni di gas serra:
focus su gas ad alto impatto come metano e protossido di azoto.
Contesto Geopolitico
L’Azerbaigian è stato il paese ospitante, il secondo di fila che basa la propria economia sull’estrazione di carburante fossile. Questo ha generato controversie prima e durante la conferenza, in particolare quando il presidente del paese Ilham Aliyev ha descritto i combustibili fossili un “dono di Dio”.
Finanziamenti Climatici: un accordo che non accontenta nessuno
Il tema rilevante erano i finanziamenti climatici per i paesi in via di sviluppo che sono impattati in maniera più che proporzionale da piani e obiettivi di decarbonizzazione ed una delle negoziazioni più attese quest’anno.
Decisioni prese
- Insufficienza di fondi: l’obiettivo dichiarato dei negoziatori dei paesi in via di sviluppo era di raccogliere $1.300 miliardi, ma dopo giorni di negoziazioni, si sono dovuti accontentare solo di $300 miliardi all’anno entro il 2035. La somma di $300 miliardi è comunque in crescita rispetto ai $100 miliardi attuali.
- Struttura dei Fondi: la combinazione di sovvenzioni e prestiti ha sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità economica dei Paesi più vulnerabili.
- Proteste Globali: delegati di piccoli stati insulari e Paesi meno sviluppati hanno denunciato l’accordo come un “tradimento”.
- La paura di Trump: probabilmente l’elezione di Donald Trump ha fatto sì che l’accordo, nonostante ben al di sotto delle aspettative, sia stato trovato quest’anno e non si sia aspettato l’insediamento del futuro Presidente degli Stati Uniti.
Prospettive
- La “Baku to Belém Roadmap” definisce le azioni e attività che porteranno alla prossima negoziazione e mira a mobilitare ulteriori risorse entro il 2035.
- Il prossimo focus sarà soprattutto sulle modalità di finanziamento più accessibili eque, con una preferenza per le sovvenzioni rispetto ai prestiti.
Mercato globale del carbonio: regole e sfide
Dopo anni di negoziazioni, la COP29 ha compiuto passi significativi per operativizzare l’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, che regola il mercato del carbonio. Questo include linee guida per i crediti scambiati tra Paesi (Internationally Traded Mitigation Outcomes, ITMOs) e per i crediti generati tra un Paese e altre entità attraverso il Paris Agreement Crediting Mechanism (PACM), successore del Clean Development Mechanism (CDM).
Decisioni prese
- Standard condivisi: la COP29 ha adottato norme relative ai crediti di carbonio, tra cui rimozioni di carbonio, metodologie di accreditamento e garanzie sociali e ambientali.
- Linee guida tecniche: sono state introdotte regole per evitare modifiche retroattive ai crediti già scambiati e per impedire che crediti con incongruenze siano conteggiati nei Contributi Nazionali Determinati (NDCs).
Prospettive
- Revisione degli standard ancora in corso: la COP30 dovrà perfezionare norme e standard poiché sono state richieste ulteriori elaborazioni sui criteri adottati.
- Implementazione: assicurare che i crediti rispettino le regole di trasparenza e integrità sarà cruciale per il successo del sistema e su questo si concentreranno i prossimi passaggi tecnici e negoziali.
Gas serra e metano: obiettivi di riduzione a livello globale
La riduzione di gas serra ad alto potenziale, come il metano e il protossido di azoto, è stata al centro dell’attenzione a COP29 portando il focus non solo su CO2 ma anche su modalità e obiettivi di gestione di questi gas climalteranti.
Decisioni prese
- Dichiarazione di COP29: trenta Paesi, responsabili di quasi il 50% delle emissioni di metano da rifiuti organici, hanno firmato un impegno per ridurre queste emissioni.
- Strategie per la riduzione: l’attuazione del piano richiederà un focus sullo spreco alimentare e sui rifiuti, trasformandoli in priorità politiche. Le emissioni di carbonio biogeniche entrano quindi sempre più nel vivo del discorso.
- Costruzione di precedenti: questo impegno amplia il Global Methane Pledge della COP26, che conta oggi 159 firmatari e ha generato 100 piani nazionali per la riduzione del metano, con $2 miliardi stanziati per progetti di mitigazione.
La leadership della Cina: un nuovo protagonista?
Con l’incertezza sul ruolo futuro degli Stati Uniti nei negoziati climatici, dovuta al ritorno di Donald Trump, l’attenzione alla COP29 si è spostata sulla Cina come potenziale successore nella leadership globale sul clima.
Decisioni prese
- Contributi volontari: la Cina, pur essendo ancora classificata dalle Nazioni Unite come Paese in via di sviluppo e quindi non obbligata a contribuire ai finanziamenti climatici o a ridurre le emissioni, ha accettato di includere volontariamente i suoi contributi finanziari per i Paesi vulnerabili nel fondo climatico globale.
- Maggiore trasparenza: per la prima volta, la Cina ha condiviso dettagli sui finanziamenti climatici destinati al Sud globale, un passo significativo per rafforzare la fiducia nella sua posizione diplomatica.
Prospettive
- Leadership in crescita: la decisione della Cina di contribuire volontariamente rappresenta un gesto strategico che potrebbe consolidare il suo ruolo di leader climatico globale, soprattutto in un contesto di potenziale vuoto lasciato dagli Stati Uniti.
- Implicazioni future: con il progressivo aumento della trasparenza sui finanziamenti e l’espansione del proprio ruolo, la Cina potrebbe assumere una posizione centrale nei futuri negoziati climatici. Rimangono le domande relative a che tipo di partita vorrà giocare la Cina utilizzando questa nuova responsabilità per negoziare su altri fronti o promuovendo una maggiore cooperazione internazionale.
Quali sono le aspettative per COP30?
La COP30, prevista nel mezzo dell’Amazzonia Brasiliana, rappresenta un momento cruciale per costruire sui progressi della COP29 e affrontare le sfide globali del cambiamento climatico. Sotto la guida del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva il summit avrà un numero di partecipanti molto ridotto rispetto alle ultime edizioni, ma allo stesso tempo un’agenda più ambiziosa, con particolare attenzione alla giustizia climatica e alla protezione dell’Amazzonia.
Obiettivi principali
- Rafforzare i finanziamenti globali: migliorare la struttura dei fondi climatici, aumentando la quota di sovvenzioni rispetto ai prestiti, per sostenere i Paesi in via di sviluppo nel mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici.
- Accelerare la transizione energetica: definire obiettivi chiari per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere l’adozione di energie rinnovabili su scala globale.
- Strategie di adattamento e resilienza: sviluppare piani concreti per supportare le nazioni vulnerabili nel fronteggiare eventi climatici estremi, promuovendo soluzioni innovative e sostenibili.
Sfide da Affrontare
- Unità geopolitica: riconciliare gli interessi divergenti tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo sarà essenziale per ottenere progressi significativi.
- Implementazione degli accordi: garantire che i compromessi raggiunti alla COP29, come i mercati del carbonio e i finanziamenti climatici, siano tradotti in azioni concrete e monitorabili.
- Protezione dell’Amazzonia: data l’importanza dell’Amazzonia per la regolazione climatica globale, il Brasile è chiamato a dimostrare leadership nella tutela di questa risorsa vitale.
Le aspettative per COP30 sono già oggi alte per i temi sul tavolo, per l’urgenza dettata dal costante aumento della temperatura globale e per l’importanza pratica e simbolica della nazione ospitante. Con il Brasile al centro del dibattito si proverà a bilanciare le ambizioni climatiche dei negoziatori con le esigenze di giustizia sociale ed economica cercando di non perdersi nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi che sembrano sempre più difficili da raggiungere.
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